La più alta tra le gare trail 2020: “La Via di Annibale”

Viene definita “terribile e magnifica”. La sky marathon “La Via di Annibale” è una di quelle gare da togliere il fiato non solo per la fatica, ma soprattutto per il paesaggio e la mostruosa esperienza oltre i 3 mila metri sui sentieri calpestati appunto da Annibale nella campagna contro le legioni romane nel lontano 218 a.C. come raccontato nella saga “La Druida di Margùn” di Sisto Merlino.

Una delle gare più intense della stagione e del campionato italiano, che però quest’anno non vedrà la luce, causa il blocco delle competizioni ufficiali imposto dall’annullamento del calendario 2020. Di questo e altro ancora Trailrunworld ne ha parlato con uno degli organizzatori, Simone Merlino

Domanda  – Alla luce delle nuove disposizioni per le gare sportive, non è stato proprio possibile salvare l’edizione 2020 de “La Via di Annibale”? Quali sono stati i problemi affrontati?

Risposta – Abbiamo rimandato tutto al prossimo anno, quindi ci prepariamo con la dovuta solerzia nell'affrontare i problemi organizzativi che hanno oggi molti altri. Quello che ci ha penalizzato sono state le iscrizioni in particolare dall’estero, perché gli atleti rischiavano di non poter arrivare, e quindi abbiamo deciso di annullare  e restituire tutte le quote di iscrizione. Come struttura per il resto eravamo molto ben messi, ma a questo punto attendiamo di sapere se il certificato medico sarà uguale o se bisognerà richiedere altre informazioni, tipo  i risultati di eventuali tamponi o altre cose mediche. Questo era stato paventato a livello nazionale in sede Uisp e Fisky per il campionato, ma bisognava parlare con il Ministero, cioè per sapere: “ cose chiedete per la sicurezza medica?”.  E quindi è tutto un grosso punto interrogativo e c’è ancora il punto di domanda per il 2021. Perché se non si risolve questa cosa con tutte le questioni legali sulla responsabilità dell’organizzatore, i problemi sono notevoli ed insormontabili

D – Quindi mi conferma che la data del 21 agosto non è più valida? Non avete in programma neanche un evento estemporaneo come hanno fatto alcune altre organizzazioni?

R  -No, tutto è stato fermato perché la federazione ha rimandato tutto all’anno prossimo. Per le estemporanee intanto, la Uisp sta diramando segnalazioni alle Autorità competenti perché in realtà non si possono fare gare che non siano di valore nazionale prima del 1 settembre, questo secondo le regole. Gli escamotage non sarebbero validi: deve essere una prova nazionale assoluta e riconosciuta come la nostra gara, non basta la sola presenza di un atleta nazionale per dare affidabilità ad una gara. Le autorità stanno indagando perché ci sono una moltitudine di gare che si stanno organizzando in questo modo, le altre gare assolute hanno dovute annullare tutto, mentre altri lo fanno lo stesso e si tratta di una sorta di concorrenza sleale.

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D – Secondo Lei, oggi nel panorama del Trail ci sono troppe gare? O sono gli atleti cresciuti notevolmente di numero negli ultimi anni?

R – Diciamo che tutto è molto legato alla tipologia di gara. Alcune gare difficili registrano in media pochi iscritti, altre di più ampio respiro vedono invece migliaia di iscritti. La questione centrale secondo me è il rispetto delle regole. Se tutti rispettassero i regolamenti vigenti, non ci sarebbero tante gare. Quelle più piccole che molte volte non seguono pedissequamente le regole non dovrebbero avere luogo. Secondo me le regole sul distanziamento possono andare bene su strada, ma se si parla di sky o alta quota non si riescono a rispettare. Ci sono da mantenere minimo 10 metri di distanza per non stare “in scia” con il rischio di contagiarsi, quindi per me non si può fare ed è per quello che hanno annullato totalmente tutto quello che è trail o sky. In pianura è diverso. Se vai in montagna ogni sentiero è un problema in questi casi.

D – Quando è stata presa la decisione finale di annullare la gara di quest’anno.?

R – Abbiamo aspettato fino all’ultimo ma alla fine la federazione ha annullato completamente il calendario delle gare ufficiali. Mancando sia Fisky che Uisp non potevamo che rimandare.

D  -Molti organizzatori hanno comunque organizzato un evento al posto della gara, chi con atleti di prestigio, chi con gare estemporanee. Cosa pensi di questo?

R  -Sono tentativi e dipende anche dal tipo di territorio. La nostra gara è una gran festa per gli atleti e in questa edizione non avremmo potuto fare un evento gioioso con festa finale come facciamo di solito. Far venire gli atleti a correre una corsa individuale o a fare il “virtual”, ci è sembrato triste e sminuire la gioiosità della festa, anche perché abbiamo ricevuto innumerevoli manifestazioni di stima ed amicizia in queste passate edizioni e non intendiamo certamente perdere la stima proponendo dei pastrocchi. Abbiamo preferito annullare e riposizionarci e fare ancora più festa e più gioia il prossimo anno. A giugno e luglio non abbiamo potuto fare nulla perché le condizioni di neve erano proibitive e pericolose, anche volendo solo provare il tracciato sarebbe difficile e noi consigliavamo, in accordo col Soccorso Alpino, di dotarsi dei ramponi per percorrere il tracciato. Tutto è stato spostato al 4 settembre 2021.

D – Vogliamo descrivere la vostra gara in poche parole?

R – Io la definirei “terribile e magnifica”, per come l’hanno definita gli atleti. E’ la gara più alta d’Europa perché è l’unica che ha 5 km oltre 3 mila metri di quota continuativi.

D  - In genere ci sono molti iscritti dall’estero?

R  - Si ce ne sono, certo! La più lontana è arrivata da Mosca, l’anno precedente abbiamo avuto iscritti proveniente da Glasgow, lieti e stupiti di essere accolti all'arrivo da figuranti celtici in festa. Quest’anno con la voglia che hanno tutti di correre, anche dall’estero, avremmo registrato almeno 500 partenze per la “lunga”, è stato proprio sconfortante dover decidere per lo stop. Al momento della decisione del fermo avevamo oltre 40 iscritti.

D  -Qual è il rapporto della vostra organizzazione con le istituzioni ed il territorio? Trovate collaborazione o difficoltà?

R – Le istituzioni sono sempre restìe a favorire tutte quelle manifestazioni che non hanno migliaia di partecipanti.  Comunque la Comunità Montana Val di Viù ed il Comune di Usseglio ci sostengono. La nostra corsa è così tanto radicata nella cultura alpina che abbiamo oltre 130 volontari sul percorso. E’ da evidenziare che per alcuni si tratta di partire alle 2 di notte per essere nelle postazioni nelle parti alti del tracciato. Solamente l’anno scorso il tempo ci è stato clemente ed abbiamo potuto salire la vetta più alta del tracciato, oltre tremila trecento metri , gli altri anni lassù c’è sempre stata tormenta, e gelo. Il nostro rapporto con il territorio è stretto. Mi sia concessa una considerazione oggettiva, condivisa dagli atleti stessi e cioè che il percorso di questa gara è quanto di più bello un corridore possa desiderare, in due parole lo descriverei così: Si parte da Usseglio 1265 m, alle sei del mattino ed è buio, tutti con la frontale anche se dopo circa una mezz’ora inizia ad albeggiare. La prima sosta è al rifugio Cibrario a 2616 m ed è tutta un’unica salita. Qui c’è il primo cancello. Agli atleti che vogliono iscriversi consigliamo di provare un percorso con queste caratteristiche al fine di valutare il proprio allenamento per questa corsa: Un tracciato di 11 km, con un dislivello positivo di 1.350 m e deve essere percorso in 3 ore e 30 minuti.

Dopo il primo cancello la corsa prosegue in salita e, dopo aver attraversato il primo nevaio, si giunge al Col Sulè (3073 m). Alla discesa dal colle potrebbero esserci altri nevai, e da qui la corsa si svolge “quasi in piano” per circa 5 km fino a giungere all’altro colle, il Colle dell’Autaret (3077 m) al confine con la Francia. Se il tempo lo permette, salita alla Costan (3305 m) e discesa e vertcal sino al Rif. Tazzetti ( 2642 m). Da qui inizia la lunghissima e massacrante discesa verso e oltre il lago di Malciaussia, salvo una breve parentesi di risalita al Lago Nero. I paesaggi sono sempre in quota, amplissimi, vari e maestosi. Si è passati dai boschi, ai nevai, alle morene glaciali, ai pascoli degli alpeggi, ora si corre in una lunghissima brughiera prima di salire alle torbiere del Lago Falin. Gli atleti che familiarmente chiamiamo, ovviamente, ‘i guerrieri’ sanno che ora, quasi a fine corsa c’è solo più da salire quello conosciuto come il “Verticalino della Madonna” un vertical che sale e passa davanti ad una cappella ed alla statua della Madonna. Poi solo più discesa fino al traguardo di Usseglio. Ancora una cosa vorrei aggiungere e cioè che ogni iscritto per noi è importante, tanto importante che i numeri di gara sono ovviamente progressivi e strettamente personali e non cambiano mai: Un esempio? Cristiana Follador è la ‘guerriera 48’ e quello rimarrà per sempre il suo numero di gara.

 

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