Trail running con “vista” Dolomiti

Quest’anno si corre soltanto la seconda edizione, anche se non bisogna farsi ingannare. La Latemar Mountain Race in realtà è il risultato di molti anni di gare e percorsi spettacolari nella Val di Fiemme. La gara (qui la scheda con tutti i dettagli) quest’anno si correrà il 13 settembre, e Trailrunworld ha avuto l’opportunità di parlare con uno degli organizzatori, Alan Barbolini.

Domanda – Questa è la seconda edizione di una gara che ha visto nel corso del tempo molte varianti. Come si può raccontare la Latemar Mountain Race?

Risposta – Il percorso è di circa 25 km, con un dislivello di quasi 1700 mt. La partenza avverrà da Pampeago a quota 1750 metri, nei pressi della partenza degli impianti. Si sale fino ai 2250 metri del Doss dei Branchi per poi toccare la croce posta sul Monte Cornon a quota 2180 metri. Si passa poi per il Monte e per il RIfugio Passo Feudo, e per le rocce del Latemar passando davanti al RIfugio Torre di Pisa a quota 2672 metri. Insomma, un concentrato di paesaggi bellissimi, salite impegnative e divertimento in montagna!

D-  In questo momento post-emergenza, come vi siete adeguati?

R – Inizialmente eravamo molto preoccupati, poi leggendo le varie prescrizioni ci siamo tranquillizzati. La questione della partenza con i gruppi di 50 atleti distanziati di 3 minuti l’uno dall’altro, con i nostri controlli, mi sembra un’ottima opportunità e noi siamo pronti da questi punto di vista. La mascherina va utilizzata nei momenti pre partenza, e nelle cosiddette “gabbie”, poi uno se la può togliere durante la gara per poi rimetterla nelle situazioni di maggiore presenza di atleti.

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D – Le iscrizioni come vanno? Avete avuto molte richieste di informazioni?

Rc- Noi abbiamo deciso da subito per una sorta di “numero chiuso” a 250 concorrenti, ad oggi le iscrizioni hanno superato le 50-60 unità. Attendiamo altre comunicazioni previste per fine mese di luglio, forse ci saranno novità soprattutto per le partenze. Speriamo si riesca a fare la partenza tutti insieme come prima.

D – Il mondo del trail in Italia ha visto un importante boom negli ultimi anni, e così anche il numero di gare. Ormai ce ne sono tantissime, a volte anche in concomitanza e nello stesso territorio. Cosa ne pensate?

R – Le gare effettivamente sono proprio tante, e fare “i numeri” sarà sempre più difficile. C’entrano anche i costi. E’ una situazione paradossale, anche se, quando è lo sport a guadagnarci, il vantaggio è di tutti. Anche io sono atleta e corro, non sempre in questo tipo di gare, ma le corse in montagna con tutto lo splendore e la bellezza che certi paesaggi offrono sono veramente il punto forte di questo sport.

D – La vostra gara tende anche alla valorizzazione del territorio?

R – Assolutamente si, anche la scelta due anni fa di modificare il percorso è stata una idea di promozione del territorio non indifferente. Abbiamo fortunatamente il sostegno degli impianti sciistici di Pampeago che hanno raccolto le nostre richieste e ci danno grande sostegno. In genere chi ha questa possibilità di dare un valore aggiunto alla propria gara con un collegamento così forte al territorio, ha sicuramente un’arma in più.

D – Notate più interesse verso la parte turistica o solo richieste da parte di atleti?

R – Noi abbiamo sempre sottolineato questo aspetto del turismo, lavorandoci molto negli anni. Oggi abbiamo la possibilità di ospitare le famiglie degli atleti che possono visitare e presenziare i punti più belli vicini al percorso e non solo. Si tratta di una possibilità non da poco, ed è molo apprezzata dalle famiglie che magari vengono a sostenere l’atleta di famiglia ma vogliono anche visitare il territorio.

D- A proposito di pubblico, con queste restrizioni, come si fa ora nelle gare come la vostra?

R – Il nostro lavoro sarà di delimitare bene le zone e proteggere gli atleti Il percorso della gara comunque è così ampio e vasto che il pubblico se vuole può seguire senza creare grandi problemi di assembramento. Forse questo è uno dei nostri punti di forza. Sicuramente la situazione è migliorata molto rispetto a qualche settimana fa e sono fiducioso che le cose si metteranno sempre meglio, con meno obblighi e una tendenza a tornare il più possibile verso le situazioni pre emergenza.

D – Tra le priorità della vostra organizzazione c’è anche quella di “spronare” i giovani, giusto?

R – Sì,  penso sia veramente importante che le gare vengano organizzate soprattutto per i giovani…..questa emergenza ha messo in luce una situazione delicata di cattive abitudini che tengono lontano i ragazzi dalla natura e dal movimento fisico in genere. La nostra attività nel mondo dell’atletica ha messo sempre in primo piano i giovani e vedo che oggi questi ultimi fanno più fatica a uscire dal proprio guscio di casa, una difficoltà maggiore rispetto a prima dell’emergenza. E’ molto importante che il messaggio positivo di vivere all’aperto arrivi ai giovani e li sproni a fare più movimento e lasciare meno tempo per stare davanti uno schermo con una vita virtuale.

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