Dalle corse sulle isole, ai rifornimenti nei rifugi nelle “sue” montagne Orobie. L’atleta Cinzia Bertasa si racconta a Trailrunworld

Si è adattata subito alla “nuova” vita tra le mura di casa, lontana da quei sentieri e quei boschi tanto amati e tanto vissuti da un’atleta di trail running come lei. Cinzia Bertasa ha accettato di parlare un po’ con noi, della situazione attuale e del futuro prossimo che la vede protagonista di nuove gare e tanti progetti interessanti.

Domanda – Cinzia, come hai passato questo periodo di quarantena forzata?

Risposta - Sinceramente pensavo peggio, nonostante io sia una persona iperattiva la sto prendendo bene, pedalo molto in casa con bici e rullo, faccio tanti esercizi ed ho approfittato anche del limite dei 200 metri canonici che ci hanno concesso per prendere un po’ di aria ed allenarmi un po’ anche lì, tutto qui. Devo dire la verità ,ho riscoperto la bellezza della bici, avevo questo rullo comprato un paio di anni fa e mi è tornato utile, cosa altro potevo fare? AH, ci tengo ad aggiungere che in questa quarantena stò in cucina le stesse ore faccio attività. La cucina è la mia seconda passione di vita! Poi faccio l'orto e leggo…

D - Quindi cucini anche le cose del tuo orto?

Certo! Ho un vicino anziano che fa questa attività e mi da suggerimenti per un orto, semplice, ma essenziale. Io gli faccio da " pasticcera" e lui in cambio mi aiuta a far crescere bene l'orto ed usarne i prodotti!

D - Quanto tempo hai dedicato all’esercizio fisica in casa?

R - Molto tempo, tutti i giorni almeno 3 ore, tutto sommato il morale è alto. Qui ad Albino abbiamo passato giorni veramente brutti, tra campane e sirene l’aria è stata parecchio pesante, una situazione assurda, con un silenzio irreale. Una bella botta.

D – Quali erano i tuoi piani per il 2020 prima che venissero cancellate la maggior parte delle gare?

trailrunworld.com

R - Non faccio mai programmi particolari, a parte quando si tratta di gare importanti o lontane, cose insomma che mi costringono ad organizzarmi soprattutto in base al mio lavoro. Quest’anno avevo fissato la Transvulcania, ero in lista di attesa e per fortuna mi hanno presa, proverò ad ottobre sperando che la situazione generale migliori. Mi sarebbe piaciuto fare qualcosa in qualche isola, mi piace questo aspetto,  andare a correre da qualche parte isolata, ho già fatto Gran Canarie, Tenerife… quelle cose lì insomma. Speriamo riesca a fare qualcosa verso fine anno, c’è Ibizia che mi ispira, Pantelleria… vediamo.

D – Proviamo a tracciare allora un bilancio 2019…

R - Sinceramente vivendo molto la natura e non avendo particolari obiettivi, sono contentissima per tutto quello che ho conquistato. Mi piacciono molto le gare da 25-30-40 km, in quelle a cui ho preso parte ho avuto molte soddisfazioni e buoni piazzamenti, mi sono divertita molto davvero.

D – Consigli per mantenere la forma fisica in questi giorni?

R – Per essere una che non si allena in maniera scientifica, mi manca l’aria, la libertà, insomma proprio la parte fisica di uscire fuori e stare all’aperto. Ora bisogna cercare il modo di trovare l’allenamento per “sudare” e poi magari viaggiare virtualmente guardando filmati, documentari ecc. Ma più che il fisico mi preoccupa “la mente” adesso e credo sia quello il problema principale, non ”sbarellare” di testa. Uno che è abituato a fare sport ha delle esigenze diverse, delle endorfine sempre attive. Se non sudo, se non “scarico” non sto bene, non riesco neanche a gestire la giornata. Con questo allenamento in casa almeno riesco a scaricare la tensione.

D – Molti paragonano l’esigenza di fare sport ad una sorta di droga….sei d’accordo con questa affermazione?

R – In un certo senso sì, è vero. Ma io credo ci sia dell’altro. Lo sport fatto solo per agonismo non aiuta, ma serve quello fatto per il fisico, per sé stessi e non per la performance. Così diventa davvero una droga…

D – Secondo te, non appena ci sarà la possibilità di muoversi di nuovo all’aperto, quali devono essere le cose da fare e quelle assolutamente da evitare?

R – Secondo me, il consiglio è quello di ripartire con calma, non fare subito tutto insieme. Quello che vorrei fare io è invece prendere e sparire per almeno 3 giorni!! (ride, n.d.r.) Ho proprio bisogno di andare e senza sapere dove e come fare, magari stando fuori la notte… non lo so. Dovrò fare per forza un programma, ma la voglia di uscire è davvero tanta! Insomma io consiglio di partire piano piano, anche se io partirò in maniera molto forte!! Ho bisogno di spaziare con la testa, di andare via per un po’.

D – Se invece volessimo parlare dell’allenamento in generale per il trail running, secondo te, cosa andrebbe evitato, e cosa invece non deve mai mancare?

R - Io consiglierei di non andare mai oltre certi limiti durante l’allenamento, fare sovraccarico è un vizio di molti ed è molto negativo. Non dico di stare lì a misurare scrupolosamente ogni sforzo, figurati, detto da me che non uso più alcun tipo di elettronica da un bel po’ di tempo. Io sono convita invece che ci sia bisogno di ascoltare il proprio corpo senza l’uso di intermediari…lo devi sentire tu quale è lo sforzo adatto, quando stai andando oltre una certa soglie limite e quando invece hai ancora forza. Per me l’allenamento è “cuore”, quando ci metti il cuore puoi fare qualunque cosa. Ho fatto gare eccezionali e particolarmente lunghe e faticose, ma mettendoci bene la testa, il giorno dopo sei fresco e senza grandi problemi fisici.

R – Sei seguita da un nutrizionista?

D – Macchè… mangio tanto e da schifo!! Corro per mangiare praticamente! A parte gli scherzi, vado molto a sensazioni, ascolto molto il mio corpo. Ci sono momenti che vado molto lentamente ed altri che sono una freccia. Bisogna fare le cose con volontà e sensazioni positive, sforzarsi quando non si è nelle condizioni non fa bene, anzi.

D - Sarà questo, alla fine , il segreto? Cioè, coniugare testa, cuore e fisico?

R - Io penso di sì. I primi anni è bene farsi seguire, anche per capire il tuo fisico, cosa fare e cosa non fare. Dopo però hai bisogno di slegarti dalle regole e seguire il tuo istinto. Ho visto situazioni di continua costrizione che hanno portato atleti a perdere la testa e non riuscire più ad andare avanti. Da quando ho iniziato ad correre più con l’intuito e l’istinto, mi sento più libera e mi soprattutto senza costrizioni. Se sei professionista ad alti livelli invece devi essere seguito, devi seguire linea più rigida perché devi essere sempre al massimo della forma. Io se voglio posso anche steccare una gara,  i professionisti  non possono permetterselo.

D - Cosa farai quindi nell’arco di quest’anno, non appena sarà possibile?

R – Come ho detto non programmo mai molto, ma una cosa sicuramente la farò: nelle mie amate montagne Orobie, organizzerò con i miei amici un gruppo soprannominato gli sherpa, porterò i rifornimenti verso i rifugi in montagna dove ci si arriva solo portando sulle spalle il materiale. Una cosa che farò molto volentieri e che mi sembra un vero omaggio alle mie montagne ed ai miei amici dei rifugi!

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