Istinto e determinazione: il trail runner Andreas Nawratil si racconta a TrailRunWorld

Quando ha gareggiato a Fondi al Monte Vele Trail, chi lo ha incrociato ne ha parlato come di una sorta di robot, una macchina macina km. A questa descrizione Andreas… 41 anni italo-tedesco che vive da anni in Molise ride divertito.

“Questo è stato un anno tutto sommato buono per me, ho portato a casa risultati più che soddisfacenti, visto anche l’andamento altalenante della condizione fisica”

D – Insomma, risultati di cui andar fieri! Parliamone allora, e iniziamo con le tue ultime gare…

R - Ne ho fatto una in Molise recentemente che è stata abbastanza dura. E poi un’altra in Abruzzo bella impegnativa anche se mi è rimasta nel cuore quella Fondi che ho vinto con soddisfazione. Tornerò, è stata impegnativa, sia in salita ma anche a scendere, molto tecnica e piena di rocce e asperità. A me piacciono questo tipo di percorso, ti mettono alla prova seriamente.

D – Comunque anche le gare  di Isernia e de L’Aquila non sono state male, no?

R – No, anzi sono state molto belle, meno faticose ma sicuramente molto coinvolgenti. Devo dire che il 2019 è iniziato bene, una prima parte della stagione è andata positivamente, ho fatto un trail sul Vesuvio, dove pensavo addirittura di fermarmi e invece ho fatto 3° assoluto. Poi da giugno, verso fine mese, ho avuto un brutto calo. Non so se sia stato il caldo, le troppe gare…conta che, non mi ero mai fermato da ottobre 2018, quindi ci sta che abbia ceduto un po’ alla fatica. Ci sono stati alcuni mesi un po’ così…adesso mi sto riprendendo e piano piano vedo che il fisico risponde e mi sento meglio. Ho fatto un secondo posto in Molise ma avrei potuto fare di più, l’atleta davanti a me lo aspettavo come un falco, pronto a sorprenderlo in salita… invece era forte, e poi in discesa mi ha battuto! Era sicuramente più leggero ed è andato via di brutto!

trailrunworld.com

D – Buoni risultati non vengono però da soli. Quali sono i segreti per fare questi numeri?

R – Guarda, ti sembrerà strano, ma io non seguo regole precise e diete studiate. Riguardo gli allenamenti ti dico che alla fine sono pure risicati. Il lunedì faccio sempre “lo scarico” e poi il mercoledì faccio 14-15 km, una cosa impegnativa. Purtroppo dove vivo non ci sono molti sentieri, c’è soprattutto solo asfalto, nulla a che vedere con trail. Non seguo alcuna dieta programmata, non faccio allenamenti mirati, niente. Penso solo a divertirmi, vado di istinto, ho imparato a conoscere il mio corpo e le sue reazioni…insomma cerco di divertirmi e di lavorare sodo…

D -che lavoro fai?

R - Mi occupo di vigilanza, un lavoro dove la testa è sempre impegnata e l’attenzione alta….

D – Secondo te, quanto si corre con le gambe e quanto con “la testa”?

R -Con le gambe ben poco, una volta allenati bene e senza mai mollare, la gamba risponde sempre, tranne quando devi proprio staccare la spina e riposare. La testa è quella che conta, soprattutto nella gara…. quando ti mancano le gambe, è la tesa che prende il sopravvento. “Prova a prendere quello davanti a te”, oppure “alzati la mattina per correre”, “cerca di recuperare” la testa è quella che alla fine ti concede la spinta per arrivare a traguardo.

D -  Come hai iniziato questa passione?

R – Io corro da molto poco, lo faccio da circa 3 anni. Prima non avevo mai corso, solo calcio e qualche giro in bicicletta. Poi la bici era diventata noiosa, troppo dispendio di tempo…alla fine incontro questo mio amico che mi dice “dai, andiamo a correre in montagna, è bello!”. Da lì in poi è avvenuto tutto in fretta, le escursioni sempre più impegnative, qualche prima gara e poi…..non mi sono più fermato!!

D – Ricordi la tua prima gara?

R - Si fu in provincia di Frosinone, ed è stata di circa 15 km…mi è piaciuta da subito e così non ho perso tempo e mi sono segnato immediatamente ad un altro trail a Roccasecca che mi ha entusiasmato molto. Bisogna dire che ci sono poi trail e trail… il Monte Vele ad esempio è stato stupendo, altri sono meno divertenti, anche più piatti.

A me piace il percorso impegnativo, devi scollinare e poi scendere e faticare! Ricordo anche un trail a Ravello, veramente splendido tra paesaggi mozzafiato e percorsi impegnativi, e finirlo è stato meraviglioso.

D - Prossime gare?

R -  A parte il Monte Vele, ce n’è una a marzo in Toscana, credo di rifare anche il trail al Vesuvio e anche quello sulla Costa Amalfitana. In queste gare mi devo assolutamente piazzare e togliere qualche sfizio… in particolare ai trail di Castel di Sangro e Roccaraso . Quest’anno non sono andato bene, ma devo tornare perché sono realtà belle come quelle di Fondi. Il calore della gente, il posto, tutto molto bello….

Cosa consigli  a chi volesse avvicinarsi al trail?

R – Ci vuole una mente pronta e muscoli ben allenati, nel trail c’è da sudare. Chi ha fatto sempre corsa su strada deve avere pazienza, chi non ha fatto mai niente, ancora di più. Ci vuole pazienza, non bisogna scoraggiarsi, la strada asfaltata è più semplice sicuramente. Tra noi praticanti di trail poi è tutta una “famiglia”, c’è un’atmosfera più positiva mentre tra “stradisti” c’è più astio.

D – Insomma, non è che poi ci hai svelato tutti questi segreti….sei sicuro di non voler aggiungere altro?

R – No è tutto quello che ti ho raccontato, è la verità (ridiamo insieme n.d.r.). Ho 41 anni e ho iniziati tardi. Ti dico di più: per me forse è stato meglio non seguire una alimentazione e un allenamento nello specifico, forse non sarei andato così bene. Lo penso davvero! Alla fine della mia vita di trail runner non posso lamentarmi. Nella vita di tutti i giorni sono stato sposato, oggi sono separato, e  con 3 figli. Ho fatto di tutto e lo sport aiuta tantissimo. I figli per ora non vogliono seguire la mia strada. Per loro al momento solo un po’ di piscina e le vacanze nel paese dove sono nato, in Germania vicino Monaco. Lì cerco sempre eventi trail ma non fanno nulla! Fa freddo che poi è un clima adatto a me!

Condividi articolo