Brutal Trail, Francesca Canepa: “Sono una fabbrica costante di lavoro”

Chi la conosce bene, o semplicemente la segue via social sa che è pronta a combattere fino all’ultimo. E così è stato anche oggi quando Francesca Canepa ha tagliato per prima il traguardo del Brutal Trail, in particolare classificandosi sul podio nella categoria “donne” per la versione più corta della gara che si corre tra i filari di un vigneto a Ghemme (Novara)

Domanda – Insomma Francesca, com’è andata la tua gara oggi?

Risposta – Allora, intanto io ero iscritta alla gara più lunga, poi ho cambiato idea e ho chiesto un pettorale per quella di mezzo perché comunque effettivamente avevo lavorato tanto una settimana prima quindi non avevo tanta voglia di fare tutto ‘sto casino. Poi quando mi sono trovata in partenza stamattina ho pensato di partecipare correndo sulla distanza più corta, semplicemente perché avevo voglia di misurarmi con questa gara così diversa, ma volevo farlo a modo mio. Intendiamoci, a me piace mettermi alla prova con qualcosa di difficile, ma la distanza lunga è un qualcosa che ho già nel mio essere, per cui ho pensato: proviamo invece a fare la più veloce e siccome io sono una “ risultato dipendente” faccio questa gara qui ma “spingendo” di più rispetto ad una lunga distanza che è invece cosa a me stra-nota da tempo. E alla fine è andata bene…

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D - Com'è stato correre in mezzo ai filari di una vigna?

R – E’ stato bellissimo, devo proprio dire che è una bellissima formula rispetto alle gare trail tradizionali, veramente mi è piaciuta tanto. Lla fine ho pure pensato: peccato che non ho fatti di più di filari, perché comunque a me piace questa gara. E’ bello perché ha l'interno morbido e facile, nel senso che sì per carità c’era fango e non è proprio per tutti, ma è quel tanto però morbido che è piacevole, quindi cioè non hai né pietre o altro a darti fastidio. Erto se fai la versione completa da 40 filari  devi stare sul pezzo per bene, e per tutto il tempo. E comunque anche la versione breve è stimolante ed è anche una sfida, anche perché non è scontato niente! E’ un po’ come la 24 ore su strada alla fine a me non dispiace affatto perché è una cosa un po' diversa.

D – Molti parlano degli ultimi filari che, con una conformazione diversa, risultano tra i pezzi più ostrici da affrontare, è così?

R – Guarda, sono difficili da percorrere tutti i filari, non ci sono pezzi in piano...cioè, una volta che inizi devi “menare” eh! Stai sereno che i percorsi sono impegnativi senza esclusione e il tracciato te lo devi guadagnare metro per metro. Poi ti dico che è interessante perché devi usare il cervello, saper dosare bene le forze ed i muscoli, non puoi pensare di partire forte e reggere per tutta la gara. In ogni caso è molto “allenante”, se riesci a conservarti, la gara te la porti a casa in qualche maniera..

D – Sono le prime gare del post-lockdown, che aria si respira senza eventi collaterali, senza party alla fine della gara?

R -  Guarda, te lo devo dire, questa cosa è una vera rottura di coglioni, io non condiviso molto queste regole dove sei all’aperto, ben distanziato ma devi tenere la mascherina. E sai quale è la cosa più triste? E’ che con la mascherina non si vedono più i sorrisi degli atleti, delle persone, è tutto così triste…abbatte una grande fetta di quella parte più allegra degli eventi…

D – Ok, allora ti faccio una domanda d’obbligo sapendo già che per te è una sorta di provocazione: prossimi impegni?

R – Ahhh, non lo so, me lo chiedono tutti!! Guarda, non lo so proprio…come vedi anche qui, mi piace decidere all'ultimo non ho nessuna voglia di dover pensare oggi a cosa farò fra non so quanto tempo, e mi piace sentire di avere  la libertà di non avere programmi ben definiti. Non ho più voglia di essere delusa, non ho voglia di avere aspettative, quindi vado a braccio, e mi piace così! Io mi sento di essere una “fabbrica costante di lavoro” e mi piace questo che è successo oggi, di sentirmi libera di scegliere la gara meno congeniale solo per vedere cosa succede. La vera negatività è stare fermi. Mai stare fermi!!

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